L’uomo è, da sempre, attratto dalla bellezza nell’arte. Quella che si modella in forme sinuose e sperimentazioni di varietà cromatiche.
Nell’arte contemporanea, l’uomo moderno cerca un’alterità permanente, che non può dissolversi dopo un solo sguardo.
In una società che rende consumistico anche l’approccio tra persone, l’arte può essere quell’ancora che ci riporta a terra e ci permette, nello stesso momento, di sentirci più leggeri.
Salvatore Zito, artista pittore contemporaneo, nella sua arte vuole imprimere tutto questo.
Partendo da un’impostazione classica, Zito ricerca il bello nell’utilizzo dei materiali, plasmando le forme e sperimentando le tecniche di pittura su diversi supporti.
Chi è l’artista?
Ma chi è l’artista se non colui che entra in contatto con il mondo del sensibile? Egli empatizza con i fatti della natura e plasma le materie prime per esprimere il proprio immaginario.
Uno stecco di gelato, come quelli della collezione Leggeri Stick Spinosi, o i messaggi in bottiglia, che viaggiano per migliaia di chilometri senza muoversi di un centimetro.
L’artista riesce a far provare delle sensazioni, dare un input di pensiero, far bloccare lo sguardo su un soggetto, alla ricerca di particolari.
L’arte contemporanea di Salvatore Zito è questo e molto altro. In sé racchiude la passione di un artigiano, la sapienza di un pittore e la spensieratezza giocosa di chi assegna altri significati agli oggetti del mondo.
Compare, così, una grattugia dentro un gelato da passeggio. Ombre che si allungano, come se prendessero vita, oltre le forme che dovrebbero nasconderle. La contrapposizione di giochi di luce, rotture degli spazi e concetti spinosi.
Contemplazione e Arte, la ricerca di significati oltre l’opera
Il compito dell’artista contemporaneo, in una società che riduce sentimenti e sguardi in attimi liquidi, è invitare alla contemplazione dell’arte.
Nel momento in cui, durante una mostra o un’esposizione, il fruitore si avvicina all’opera dell’artista, accadono cose straordinarie a livello intellettivo.
Il nostro cervello, secondo più studi riconducibili alle neuroscienze, si attiva, associando più significati a ciò che si trova di fronte a noi. La conoscenza pregressa si arricchisce di nuovi simboli e ispirazioni.
Educare la società a concedersi quel momento di contemplazione, a non sprecarlo a causa di un’educazione consumistica dell’opera stessa, è l’arte celata da altra arte nelle mani di chi produce lo straordinario.
Gli artefatti, in giochi cromatici o sperimentazioni di materiali, hanno il compito di condurre il pensiero verso uno sconvolgimento emotivo.
Lo stick, ad esempio, potrà portarci all’infanzia, in una galleria d’arte, in un prato gigantesco a guardare le nuvole scorrere lente nel cielo, in una fiaba, accanto a un proiettile pronto a esplodere.
Soffermarsi, contemplare, abbattere le distrazioni dettate da mode passeggere di un perverso consumismo, nemico di ciò che è la meraviglia del bello.
Oggi si ha una fretta maledetta.
L’artista contemporaneo ha l’incombenza di rallentare e dilatare il tempo, imprimendo nello sguardo contemplativo dello spettatore il contenuto di un messaggio.
Questo verrà colto dal fruitore, ampliato di significati e restituito al mondo come parte di una conoscenza estesa.
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